





Dalla Sella rintraccio il sentiero alto che ballando tra Slovenia e Italia, tra pezzi erbosi, inghiottitoi, neve residua e nebbie volubili mi porterà alla sella del Forato e da qui, con percorso sempre più panoramico, alla sua cima. Me ne starei in vetta all'infinito. Le nebbie che si addensano e poi si dissolvono rendono sempre diverso quello che si guarda. A volte rimane in vista solo una cresta, dopo un minuto lo sguardo spazia fino al fondovalle e lontano.
















In questo mutevole scenario inizio la discesa con l'intenzione di andare a vedere la particolarità che da il nome al monte, il "foro". L'indicazione sul sasso, "okno",(foro in sloveno) mi indirizza verso il sentiero che costeggiando il bordo della montagna arriva ad incrociare il sentiero che arriva dalla sella del Forato utilizzato dagli sloveni che salgono da Bovec.









Il ritorno sullo stesso sentiero, poi sulla pista fino a Sella Prevala e da qui giù fino al Gilberti.












L'ultimo scatto è per lui, il rifugio, solo, come vorrei che fosse, ma la realtà è un'altra...

4 commenti:
giovanni writes:il foro e' cio' che rende unica la ciambella ;)ciao flavio
Anche i "buchi" possono essere diversamente straordinari. Il Monte Forato ha un " buco" affascinante e unico , mentre Conca Prevala non è altro ormai che un "buco" :D .Bella salita solitaria in un posto tanto caro :up:
Bel giro, sei riuscito anche a fare delle foto evitando di calcare la mamo sullo scempio che è stato fatto di questi luoghi.
@Giovanni e Luca e Lorenzo:mi piace il Forato, è una ciambella che riesce sempre. Gli sbancamenti puoi anche far finta di non vederli con la macchina fotografica, ma purtroppo ci sono e d'estate la cicatrice, perchè questo sembra la pista, è ancora più evidente. Le nebbie che giocavano con me mi hanno dato una mano stendendo un velo pietoso.
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