Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.

Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE

5 maggio 2013

PUNTA LAUSCIOVIZZA

Ogni tanto, per quanto riguarda l'andare in montagna, sento l'esigenza di dimostrare qualcosa a me stesso. Non so spiegarvi questa necessità di verifica, ma gli anni che passano sono di sicuro una componente essenziale e così mi metto alla prova, alla ricerca del riscontro reale alle mie certezze fisiche e mentali. Quando lo faccio, mi muovo su percorsi dove la difficoltà maggiore è rappresentata dal dislivello o dalla lunghezza perchè vi assicuro che gia essere da soli è un bell'impegno psicologico. Le salite in solitaria sono così, ogni cosa, anche la più semplice, assume un' altra valenza, ha un altro peso. Tutto dipende da te, solo da te, il ritmo, le soste, le scelte, le rinunce. Sei tu che decidi come reagire alle variabili che la natura ti propone. Tutto questo è esaltante ma può diventare pericoloso se non teniamo sempre ben presenti le nostre capacità ed i nostri limiti, senza sottovalutare nulla. Una salita in solitaria sarà sempre indimenticabile; il giusto equilibrio tra cuore e mente, tra istinto e ragione. A Monteaperta, il cielo scuro mi mette addosso una certa ansia:"le previsioni per oggi, sabato, non mettevano proprio così brutto! Iniziare a salire con il rischio di trovarsi sotto la pioggia non è un buon viatico...ma cosa mi succede sono in crisi per un pò di nuvolaglia scura?".
Il sentiero 711 si infila in un fitto bosco di nocciolo, non sale mai ripido, si sviluppa in lunghi rettilinei e brevi svolte ed il costo di questa dolce pendenza è l'interminabile ascesa. Dunque ritmo lento e costante che dovrò tenere lungamente. La mia pianificazione è semplice: ogni ora di salita una breve sosta, arrivare a Sella Kriz nel tempo previsto ovvero ore 2,40 e poi si vedrà; in caso di pioggia si torna indietro perchè anche se attrezzato per l'evenienza non voglio trovarmi in balia di un temporale che in genere, in montagna, è piuttosto rabbioso.
Così, forte dei miei pochi capisaldi salgo tranquillo. Il cielo scuro adesso lo vedo solo come fonte di cattiva luce per le fotografie. Quando il percorso si orienta ad Ovest il cielo mostra macchie azzurre, si accende la speranza ma io vado ad Est e quando svolto a camminare ancora verso Oriente il cielo, implacabile, mi dice quel quel chiaro non è per me. Fuori dal bosco, allo scoperto sul versante, le eriche e le orecchie d'orso un pò colorano il mio orizzonte e mi confortano.


















Quando arrivo alla Croce, inconfondibile elemento che caratterizza la Sella Kriz, il timbro che metto sul mio taccuino dice: "SAF CAI TARCENTO-GRAN MONTE-SELLA QUOTA mt.1529". Sono sorpreso:"900 metri circa di dislivello, non sono affaticato ed ho impiegato pure 5 minuti in meno del tempo previsto, comprese le soste!" Mi rilasso un pò, guardo il cielo nero sopra la testa, i colpi di luce sul panorama circostante e la decisione non ha incertezze: proseguo fino alla conca con il ricovero "Montemaggiore" A.N.A.








Rimango alto sulla dorsale, distratto dall'illusione ottica di un probabile "impatto" tra una parapendio ed un grifone ma è solo un pretesto per continuare. Risalgo e riscendo cimotti con sempre un occhio al cielo. Un paio di "vele" che volteggiano mi tranquillizano: "di sicuro avranno più informazioni di me sull'evoluzione del tempo!". Per un momento si rischiara ma è proprio un attimo. La tentazione è forte, proseguire per arrivare alla fine di questa dorsale, alla Punta di Montemaggiore. Il cuore dice si ma le gambe cominciano a darmi qualche segnale. Sono qui a fotografare la Madonnina ai 1615 m. della Punta Lausciovizza, il cielo si è rifatto scuro ed in questo momento la ragione o l'istinto, non lo so, mi fanno tornare indietro.














Sulla lunga mulattiera che mi riporta a Monteaperta la stanchezza si impossessa di me. Tra qualche cedimento di caviglia ed il calore di un sole sfacciato e tardivo penso di aver fatto la scelta migliore. Solo soletto ho sentito il mio respiro ed il rumore dei passi sul sentiero; ho sentito l'ansia di trovarmi in un imminente temporale, esposto ed indifeso sulla cresta erbosa; ho sentito la gioia di aver raggiunto una cima ed ho sentito la saggezza della rinuncia e del ritorno. In una parola mi sono sentito vivo!






7 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

Istinto, buon senso e gamba....... gamba? davvero? :rolleyes: si davvero in gamba? :D Ciao

anonymous ha detto...

giovanni writes:"la montagna e' uno spazio di liberta', la liberta' di realizzare per se' quello che si ritiene il proprio bene in autonomo sviluppo della propria personalita'. liberta' intesa quindi come responsabilita' e come diritto individuale di scegliere dove, quando e come andare in montagna"da Montagne 360, maggio 2013grande flavio!

frivoloamilano ha detto...

@Luca:devo fare la gamba altrimenti ti tocca portarmi a cavalluccio!! Le solitarie sono belle ma in compagnia... è meglio :psmurf: :whistle: @Giovanni:Sulle solitarie non devo insegnarti nulla visto che è il tuo standard :) Giova mi fa piacere risentirti, questo è positivo ;)

anonymous ha detto...

Nadia writes:La Madonnina della Punta Lausciovizza ci vuole tutti per sè! E la Punta di Montemaggiore(..con il suo timbro!) ci aspetta..magari salendola da Tanamea per il monte Starmaz! ;) Ciao Flavio!!!

frivoloamilano ha detto...

@Naadia:La tentazione di continuare è stata forte, ormai dalla Madonnina bastava ancora una mezz'oretta ma è andata così... Però ho un motivo per tornarci sul Gran Monte.ciao ;)

Highlanders ha detto...

ciao Flavio vedo che anche li da voi il meteo fa le bizze come qui da noi, domenica abbiamo trovato una gigantesca valanga che ha spazzato via un ponte di pietra della linea Cadorna...!!! dalle info raccolte ci hanno detto che niente di simile a memoria d'uomo succedeva a inizio di Marzo...!!! Ora il caldo africano...non si capisce più niente...:whistle: :rolleyes: :D mandiFabio

frivoloamilano ha detto...

@Fabio:...che dire, bisogna improvvisare, essere flessibili e sperare in un secondo semestre che ci ripaghi!ciao e stammi bene ;)