Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.

Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE

18 agosto 2013

MONTE BIVERA

Alla fine della Val Pesarina, dalla Casera Razzo, il sentiero n.210 si snoda piacevolente ondulato fino a casera Chiansaveit. Tra i prati umidi del mattino, su un terreno che conosco per mezzo delle parole che ne descrivono cime, creste e difficoltà, solo i miei passi fanno compagnia all'indecisione su quella che sarà la mia meta odierna, il mio percorso, la mia sfida. Di sicuro non farò l'anello, con quella crestina invitante e delicata che unisce il Clapsavon al Bivera. Oggi salirò solo su una delle due cime e ancora non ho fatto una scelta.








Alla Casera Chiansaveit devo prendere una decisione. A destra il sentiero 210 prosegue verso il Clapsavon mentre a sinistra, con il segnavia 212, il sentiero va verso la Forcella del Bivera. La scelta è veloce ed istintiva, forse dettata anche da un'inconscio desiderio di lasciarmi una possibilità, in caso di ripensamenti, di percorrere la "crestina" in salita, più sicuro! Dunque Monte Bivera. Mi addentro nel rado lariceto che caratterizza questa seconda parte della salita. Qualche tratto è più ripido nell'avvicinamento al catino che segna la linea di confine tra il verde ed il grigio delle rocce, preludio all'inizio del ghiaione che mi regalerà, con un passo avanti e due indietro e sempre alla ricerca del posto migliore dove poggiare i piedi, una faticosa salita fino alla forcella del Bivera a 2300 metri.
















Dalla forcella ancora un pò di dislivello sul versante che a prima vista non mostra la cima, poi avvicinandosi alla linea che strapiomba, la rivela, assieme a viste lontane e profonde. Salita solitaria e solitaria anche la permanenza in vetta a 2.474 metri. Il Clapsavon da qui sembra piccolo, in realtà è solo 12 metri più basso e la crestina non sembra così ostica. Su questo picccola e stretta cima quali pensieri si fanno largo...












Firmo il libro di vetta e con prudenza scendo sulla traccia che tra sfasciumi e roccia mi riporta in basso, alla forcella. Indugio un pò muovendomi verso il Clapsavon, vado a guardare più da vicino dove il tratto d'unione tra le due cime si assottiglia. Il mio osare però per oggi si ferma qui. Adesso devo solo concentrarmi di nuovo sul ghiaione che in discesa impegna ancora ma diverte. Dalla Casera Chiansaveit il percorso si popola, tante persone, ognuno a vivere la sua montagna nella maniera che gli è più consona.















Bere una birra a Casera Razzo è un'impresa, tutto il Veneto sembra essersi riversato qui e dunque la Zahre artigianale di Sauris vado a gustarmela al rifugio Tenente Fabbro. Su questo altopiano ci torno...

8 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

Bella la crestina :yikes: ! da fare il giro contrario senza dubbio, il ghiaione in salita ti uccide che fatica essere italiani però, sempre un passo avanti e due indietro :lol: :lol: :lol: !

frivoloamilano ha detto...

@Luca:...ci facciamo un pensierino sicuramente nel verso più comodo! ;) buona la metafora e cerchiamo per quanto possibile di essere ottimisti ma il "ghiaione" è davvero duro :worried: ciao

anonymous ha detto...

giovanni writes:Fla la racconta, sappiamo bene che la crestina gli fa ghiti. la scusa e' ritornare la' per un'altra bella Zhare. bello rivedere la spice del bivera. ciao ;)

frivoloamilano ha detto...

@Giovanni:... la tentazione ad un certo punto è stata forte, mi sono detto ormai sono qua vado, ho guardato il cielo che proprio in quel momento si è fatto scuro ed istintivamente ho cambiato idea. Ci torno, perchè la prossima volta voglio "ozahre" di più... :D ciao Giova ;)

anonymous ha detto...

Nadia writes:E io che aspettavo delucidazioni su quella crestina!!!..com'era?..sul Clapsavon ci sono stata..toccherà mettere in lista anche il Bivera..e magari,pur di non farmi la temuta crestina risalirò come te il simpatico ghiaione!! ;o)...poi magari vado a dare un occhiata anche io alla famosa crestina..giusto per vedere se oso o no!...di certo non da sola! ciao Flavio!!!

frivoloamilano ha detto...

@Nadia:Il pezzo delicato della crestina è quello che ho fotografato. Dalla cimna del Bivera ho seguito un gruppetto di 5/6 persone che scendevano dal Clapsavon. Sono arrivate abbastanza velocemente al tratto di cresta rocciosa e lì sono stati un bel pò...credovo tornassero indietro ma poi più lentamente sono venuti avanti e li ho incrociati mentre salivano al Bivera. Poi sai sono i soliti discorsi, quello che è "difficile" per uno, per un altro è facile... l'unica è andare e verificare di persona, ma in compagnia di sicuro le cose sono più semplici!ciao e vediamo chi la cancella per primo dalla lista....:D

anonymous ha detto...

Nadia writes:Facciamo così,andiamoci in gruppo e tagliam la testa al toro....o il filo alla crestina! ;)

frivoloamilano ha detto...

@Nadia: bella idea! Spedizione per la "conquista" della crestina e poi ricompensa a base di Zhare :D