Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.

Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE

14 aprile 2009

MONTE MIA

Appena attraversato il Fiume Natisone devi lasciarti alle spalle la nozione del tempo e della velocità. Questo il segreto per gustarsi appieno la salita al Monte Mia, posto che le soddisfazioni non verranno dagli scorci panoramici, alquanto limitati, ma dalla scoperta e percezione di peculiarità ambientali che richedono dunque il giusto tempo di osservazione. Oltretutto, un lento incedere, ci farà meglio digerire il dislivello che separa il greto del fiume (m.198) dalla vetta (m.1237) e lo sviluppo del'intero percorso di circa 14 km.













La Casera Monte Mia ci accoglie con il suo prato fiorito, la colonna sonora variegata di cinguettii, picchi al lavoro sui tronchi e cuculi instancabili nella continuità del loro verso. Siamo fortunati, riusciamo a fotografare quello che alcuni testi definiscono: "un gioiello naturalistico delle Alpi Orientali, la lucertola di Horvath".





Tra abetaie e faggete continua la nostra salita fino alla cima. Qui l'orizzonte è aperto solo sulle Valli del Natisone e parzialmente sul Monte Matajur. Torniamo sui nostri passi, siamo di nuovo alla Casera e da qui scendiamo, prima nel bosco e poi più ripidamente su stretti tornantini, alla Bocca di Pradolino. Da questo punto, una bella mulattiera scende lungamente ma con dolcezza a chiudere l'anello.
















L'unico orso che abbiamo incontrato.....

Riflessi sulle placide acque del Fiume Natisone e luce ed ombra nell'eterna sfida.


A Stupizza è d'obbligo una birra da Saverio!


2 commenti:

montagnesottosopra ha detto...

se ti aspettavi panorami sarai restato deluso. Ma se hai percorso l'anello con lo spirito giusto sicuramente sarai soddisfatto. Quando penso al Monte Mia tra le tante immagini prevale lo splendido bosco di enormi faggi prima della cima. Complimenti per le magnifiche foto.Mandi Luca e Marisa

lor74cas ha detto...

Il mio ricordo del Monte Mia è legato a quanto ho patito la sete :ko: Quella lucertola l'abbiamo fotograta anche noi, la trovo bene, mi sembra cresciuta.:)