Non si hanno sempre certezze nella vita e questa mattina non ne ho. Lo dimostra il fatto che mi fanno compagnia due cartine Tabacco la n.09 e la n.019 Alpi Carniche l'una e Alpi Giulie Occidentali l'altra, lo dimostra il fatto che all'uscita di Tolmezzo sono fermo a decidermi se imboccare a destra per Tarvisio o a sinistra per P.sso Monte Croce Carnico. La cosa non mi preoccupa più di tanto, sono solo, nessuno dipende dalle mie scelte e così mi godo questa libertà di indecisione. Bella sensazione sentirsi padroni del proprio destino. Così, non so quanto razionalmente e quanto incosciamente, mi ritrovo sui tornanti che da Timau portano al Passo. Da qui, dopo aver avvisato la mia "dolce e comprensiva" metà ed essermi preso l'ulteriore dose di raccomandazioni, mi avvio sul sentiero 146 per il Rifugio Marinelli.
Mentre risalgo la mulattiera che mi porta alla spianata di Casera Collinetta di Sopra, la vedo, di fronte, la Creta di Collina. Una nuvola sulla sua testa diventa sempre più grande, alle mie spalle le quinte delle altre Carniche sfumano sotto un cielo che stenta a rimanere azzurro.
La deviazione per il sentiero 171a è secca, abbandono il comodo sentiero per il Rif. Marinelli e la salita si impenna sul ripido pendio dello "Stivale". Una lunga e monotona serpentina mi avvicina sempre più alle rocce e alla velatura che lentamente, a tratti, avvolge la montagna.
Nella parte attrezzata e tra le rocce la salita si fa più divertente,il velo si squarcia, ma poi quasi subito si richiude, sembra che la Creta giochi con me, si mostra e si ritrae , mi facilita il cammino e poi mi nasconde il sentiero. I fidati "ometti" mi danno una mano, prendo fiato, scruto tra le nebbie ed ecco mi pare di intravedere la croce di vetta.
Una schiarita, proprio ora che sono quasi in vetta, un premio e me lo sono meritato. In cima un altro "solitario" mi aspetta. Ancora le ultime roccette disgregate di una crestina, uno sguardo al ghiacciaio dell'Eiskar e raggiungo Giuseppe di Spilimbergo. Insieme ci godiamo questa solitudine e questa momentanea apertura. Il cielo si richiude è ora di tornare. Scendo in compagnia e la cosa non mi dispiace. Come capita in questi casi si parla di tutto e di più, delle montagne fatte e di quelle da fare, delle bevute, delle foto, del lavoro. Subito appena sotto la vetta andiamo a dare un'occhiata al sentiero per la Creta delle Cjanevate e poi riprendiamo la discesa. Giuseppe è veloce, io devo rendere conto al mio ginocchio, forse oggi gli ho chiesto troppo, scendo lentamente ma siamo sempre in vista.
Alla fine dello "Stivale", all'innesto con il sentiero per il Rif.Marinelli, facciamo una piccola sosta. Le stelle alpine, proprio qui vicino, ci fanno compagnia.
Poi, il comodo sentiero verso il Passo, il dislivello nelle gambe stanche, una bella solitaria e un nuovo amico, Giuseppe.
L' Alpinismo è salire per la via più facile alla vetta, tutto il resto è acrobazia (B. Detassis)
Ci sono stati vari tempi del mio andare in Montagna. Il tempo della velocità e quello del passaggio chiave, il tempo dei rifugi e quello delle vette, il tempo delle vie attrezzate e delle ferrate. Questi "tempi" hanno scandito la mia vita, testimoni e compagni di altre vicissitudini e del passare degli anni. Oggi, eccomi qua alle prese con il tempo della consapevolezza, della montagna lenta e delle vie normali. Talvolta però i "vecchi tempi", mentre passo dopo passo percorro il sentiero, si ripresentano, ed io non oppongo resistenza.
Benvenuti, comunque la pensiate, su VIA NORMALE
15 commenti:
Bravo Frivolo. ho letto il tuo Racconto (R maiuscola) con piacere ed emozione e ne ho tratto piacevoli conclusioni. Mi vengono subito in mente delle parole d Renzo Basaldella (fu direttore del coro CAI di Cividale) di una sua famosa poesia/canzone in friulano che più o meno termina così.O Signor insegnimi a viodi tal mont i omps duc’ miei fradis .Come ca su.oltre a ciò bellissimo itinerario e bella solitaria Un salutone Luca e Marisa :up:
giovanni writes:mi avevi gia' tolto la sorpresa... ma e' sempre una sorpresa leggere i tuoi racconti.ciao
ed ora un po' di sole per tutti che siamo stanchi delle nuvole
bella la creta di collina... io son stato sulla creta di collinetta l'anno scorso!!! bei posti quelli... in piu hai fotografato le stelle alpine... da tanto che non ne vedo una!!!
Luca l'Alpinauta writes:peccato le nuvole, da li la salita in chianevate è forse il miglior accesso alla cima
Nadia writes:aaah....qui non ci sono ancora stata...mmmh....ma fa per me?....quella stretta cengetta che s'intravede dietro a Giuseppe mentre scendete...mmmh....non ha un bel corrimano vero?...uno di quelli che odiano i puristi e che invece io adoro...nei punti più impestati, ovvio... ahahhahahaciao Frivolo!!!
Prima un saluto alle signore. Ciao Nadia, tutto bene? Che attesa snervante...ogni giorno passare per il blog degli Alpinauti per vedere se c'è un fiocco azzurro. :D Il cavo c'è per un pezzo, ma tu quella cengetta la fai con Gabriele sulle spalle. :yes: :yes:Luca, l'idea che mi ero fatto mentre salivo era proprio quella. Sulla Creta di Collina ero già stato, però le nuvole appunto e anche la non conoscenza del sentiero, che difficoltà mi dovevo aspettare, mi hanno convinto a fare il bis. Denis, io non sono mai stato sulla Creta di Collinetta, ma sono d'accordo con te, per quello che ho potuto fare in zona, bei posti. Lorenzo, d'accordo anche con te per il sole....ma ho ringraziato tanto quella nuvola domenica.Sarei arrivato arrostito in vetta ;).Giovanni, sulla Creta di Collinetta ci sei stato quindi è logico adesso andare sula Creta di Collina....è un pò più lunga, but for you no problem at all e non c'è erba da sfalciare!Luca sottosopra, che dire, bel commento. La montagna è bella e di solito sono belle anche le persone che la frequentano. Non mi hanno mai deluso "tal mont".
Luca l'Alpinauta writes:Flavio ci andremo assieme in chianevate dopo che l'alpinfrut farà la sua comparsa! Avevo voglia di tornarci quest'anno
Luca, la testa dice si ma bisogna vedere cosa dice il fisico, ormai comanda lui. La classe '51 sarà anche la classe di ferro ma comincio ad essere un "ferro vecchio"(ho ancora un ginocchio gonfio da domenica)........ma se la salita la facciamo SLOW....a fine estate, così intanto mi alleno, se ne può riparlare.:wait:ciao
Ma come? Non sei tu quello che dice AGE IS NOT A LIMIT? A parte gli scherzi , spero che il ginocchio non faccia tanto male.Ancora un salutone Luca e Marisa
Ehhh cari Montagne sottosopra, chiamasi training autogeno: AGE IS NOT A LIMIT. Me lo ripeto spesso ma a volte il mio "hardware"non è d'accordo.Il ginocchio migliora....quasi quasi domenica...........:rolleyes: :rolleyes:
amazing landscape and mountains. The pictures, very good too.greetings.
Mon-ty writes:In montagna si incontrano spesso persone straordinarie....Ho fatto un giretto sul tuo blog e,devo dire è proprio bello!
Anonimo writes:Ho letto e "guardato"...A dire il vero stavo per scrivere la stessa cosa espressa da bobfisher,poi ho pensato che avevi già tradotto da solo :)Mi piace moltissimo camminare da "sola" in momtagna (anche se soli non lo si è mai)..poter avere libertà di passo e di fatica ,di gioia quando raggiungi la tua ,personale sfida.Grazie ,ogni tanto verrò a fare la curiosa nel tuo blog :)Tella
Grazie per la visita Mon-ty e grazie anche a te Tella. Passate a trovarmi quando volete, sarà sempre un piacere.
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